GENESI
Apparve in principio il suolo e il cielo,
l’immenso cinto dentro un gran velo,
la terra sorgeva informe e deserta
l’abisso coperto di tenebra certa.
Sull’acque aleggiava lo “Spirto Divino”
intento a mutare nel mondo il destino,
il comando imperioso proruppe da su:
“Sia fatta la luce “…....e la luce fu.
Disgiunse allora il lume il “Signore”
Chiamando, Giorno, quel puro lucore,
le tenebre assunsero il nome, Notte,
il buio accolse le ombre a frotte.
Così fu sera e poi fu mattina
il primo giorno svanì in sordina.
“Dio” al risveglio, guardò e tacque
indi decise di separar l’acque,
impartì l’ordine e in momento
divise i liquidi dal Firmamento.
Nell’atto primo della “Sua” impresa
nacque d’incanto la nuova distesa,
di sopra all’acque un’estensione
di sotto ad essa l’altra porzione.
Il risultato al “Supremo” piacque
rimirò l’opera sorrise e giacque
e, in quell’oblìo di gaudio e zelo
lo spazio in alto lo chiamò, Cielo.
Così fu sera e poi fu mattina
il secondo giorno morì in sordina.
Il “Creatore” con un cenno solo
raccolse l’acque allo stesso suolo,
l’arido apparve di nuova veste
congiunto sotto la Volta Celeste.
Nominò allora l’asciutto, Terra,
montuosa, piana e immensa serra
poi, l’acque azzurre che fan sognare
semplicemente le appellò, Mare.
Non pago, “Iddio”, volle poi insieme
germogli ed alberi, con erbe e seme
e, ad ogni spezie (del Globo tutto)
intimò probo di donar frutto.
Così fu sera e poi fu mattina
il terzo giorno finì in sordina.
“Domineddio” si guardò attorno
volle più tersi la notte e il giorno,
la norma ingiunse e in un momento
collocò gli Astri nel Firmamento:
“Siano simboli straordinari
nel cielo fissi, quei Luminari,
separino giorni, notti e stagioni
irradino luce su terre e magioni;
il Corpo Celeste di grande mole
riscaldi il giorno e sia detto, Sole,
la Luna invece con l’altre Stelle
la notte fulga di mere fiammelle”.
Così fu sera e poi fu mattina
il quarto giorno sparì in sordina.
Si alzò l’alba e l’”Onnipotente”
non scorse fauna laggiù vivente,
pertanto impose al cielo e al mare
uccelli in volo e pesci a natare.
Presto le acque ne furon piene
sorsero squali, tonni e balene,
la terra e l’aria fu un frullo d’ali
d’aquile, rondini ed altri animali.
Il “Signore Iddio” a fase compìta
così benedisse la nuova vita:
“Dilette creature, prolificate.
in terra e in mare, moltiplicate”.
Così fu sera e poi fu mattina
il quinto giorno passò in sordina.
Venne l’aurora e schiarì l’esterno
creò Uomo e Donna, il “Padreterno”,
li fece a “Sua” immagine e somiglianza
li elesse al di sopra di specie e sostanza.
Prescrisse loro di procrear figli
prodigo fu di amore e consigli,
donò semenza e piante da frutta
per il futuro dell’Umanità tutta;
poi, parimenti a bestie ed uccelli
elargì erbaggi, freschi e novelli,
garantì cibo e semi ineguali
all’intero regno degli animali.
Così fu sera e poi fu mattina
il sesto giorno fluì in sordina.
( Il principio fu il suolo e il cielo
la terra cinta dentro un gran velo,
poi tutt’intorno v’era l’ignoto
e l’immane caos perso nel vuoto ).
Sorse il mattino e s’alzò il sole
il “Sommo” stette senza parole,
vide la vita ovunque sbocciare
e il “Suo” disegno proliferare.
Rifulgea d’ordine il bel Creato
nel Paradiso senza il peccato,
fauna e flora strette d’accanto
immerse nel verde di quell’incanto.
Or pago, l’”Altissimo”,si riposò
e il settimo giorno, Santificò.
Titolo: GENESI 
