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 La Raccolta dello zafferano

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MessaggioTitolo: La Raccolta dello zafferano   La Raccolta dello zafferano EmptyLun Dic 03, 2007 9:33 am

Supergiaf:

Lo zafferano aquilano è stato clamorosamente pubblicizzato a costo zero dallo straordinario cartone animato "Ratattouille" .Proprio all'inizio del film il topo Remy parla dello zafferano aquilano come del migliore del mondo.Una pubblicità incredibile.Chissà se questa frase si trova solo nel doppiaggio italiano o anche in tutte le lingue.
Comunque il 26 ottobre San Demetrio martire cominciava la raccolta dello zafferano detta collanna (se ho capito bene la parola).Se pioveva la raccolta andava fatta il mattino presto perchè se tornava il sole il fiore sbocciava danneggiando il prezioso contenuto.Qualcuno ne sa di piu' di questa raccolta?
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MessaggioTitolo: Re: La Raccolta dello zafferano   La Raccolta dello zafferano EmptyLun Dic 03, 2007 9:34 am

superguaf ti posso aiutare dato che quest anno l'ho piantato anche io lo zafferano (Crocus sativus)!!!! quest ultimo week end mi sono dedicato alla raccolta dello zafferano e l'ho conclusa ieri.

La raccolta dello zafferano si ripete ogni mattina all’alba, prima che la luce del sole faccia aprire i fiori. si raccoglie all'alba prima che il fiore si apra perchè altrimenti si rischia di rompere/perdere gli stimmi.

"gli stimmi, rappresentano il prodotto finale dello zafferano", solitamente chiamati pistilli rossi.....

La sfioratura consiste nella separazione degli stimmi dagli stami e dal fiore campanulato. Il lavoro va eseguito a mano e deve essere ultimato entro la sera, altrimenti lo zafferano rischia di guastarsi e il raccolto della giornata compromesso.

L’essiccazione consiste nel porre gli stimmi su un setaccio sopra una brace di legna. Questa è la fase più delicata, se gli stimmi rimangono troppo a lungo sul fuoco rischiano di bruciare, se non si asciugano bene possono marcire in pochi giorni. Per questo va fatta il giorno stesso della raccolta.

lo zafferano si usa in medicina, è un eccitante e stimola l'appetito. Si impiega nella cucina come ingrediente di cibi e nelle bevande per far acquistare profumo e colore. Si usa in profumeria e per tingere la seta.

A Navelli si produce il migliore zafferano del mondo, che non ha rivali in quello spagnolo, francese e dei paesi orientali. Oltre a Navelli, si produce anche a Caporciano, San Pio delle Camere e Prata d'Ansidonia.

questo è tutto quello che mi hanno insegnato per il famoso"ORO ROSSO"!!!!! Very Happy




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MessaggioTitolo: Re: La Raccolta dello zafferano   La Raccolta dello zafferano EmptyLun Dic 03, 2007 9:34 am

LA FIERA DI SAN QUINTINO
”Già il giorno prima la piazza cominciava a popolarsi.
Arrivavano carretti di merciai, di ramai, di calzolai, e piantavano le loro tende fra la chiesa e il municipio; i castagnari mettevano i loro focaracci vicino al ponte, scaricavano i sacchi, accendevano la carbonella. Un grato odore di fumo e di castagne arrosto intiepidiva l’aria, e il suono a festa delle campane dava allegrezza. I mercanti di zafferano giungevano soltanto la mattina della fiera: Ad essi era riservato lo spazio davanti le vetrine della farmacia e alla porta del circolo, che era il posto dei signori.
E veramente la fiera, se riusciva una bella fiera, con gran concorso digente da tutti i paesi della vallata, si doveva a loro. I signori del circolo si mostravano ben disposti a prestare sedie e tavolini, collocavano le loro bilance di ottone, le cassettine con i pesi fino al milligrammo, monete d’oro e d’argento, piastre e marenghi. Le bilance luccicavano come quelle del farmacista; i marenghi somigliavano alle medagliette che portavano le ragazze sul seno, ma valevano di più. I contadini, avvolti nei loro cappotti d’azzurro scuro ci si incantavano; e forse per incantare i loro occhi diffidenti, quei marenghi erano stati collocati così in vista, sul lustro tavolinetto di noce. Seduti o in piedi davanti alle bilance, i mercanti di zafferano non battevano ciglio, non rivolgevano la parola a nessuno; attendevano.
Tuttavia ardeva tra loro fin dalla mattina una gara segreta, basata su differenze minime di prezzo. I contadini passavano e ripassavano davanti a quei tavolini allineati, s’ informavano sui prezzi dell’uno e dell’altro, e si decidevano a tirar fuori di sotto il cappotto il loro sacchetto di zafferano, solo quando s’erano persuasi che sarebbe stato impossibile vendere ad un prezzo maggiore..Allora cautamente mostravano il frutto prezioso delle loro cure e fatiche, sul quale l’occhio del mercante si appuntava con calma avidità specialmente per vederne e farne constatare i difetti.
Ne prendevano un pizzico tra le dita, lo esaminavano controluce, lo palpavano. L’odore tiepido ed aromatico dello zafferano si spandeva nell’aria; il suo colore, simile al sangue rappreso passava l’esame di quegli occhi cauti e attentissimi, capaci di distinguere immediatamente se il giallo di un antera si mescolasse nel rosso asciutto di un pistillo, e il grado di umidità, o qualche bruciacchiatura. Occhi infallibili. Erano queste tare a decidere il prezzo; e se il contrasto tra mercante e contadino era muto, o se si esprimeva solo con un segno del volto, una smorfia della bocca o un gioco d’occhiate, la tensione non era fra loro meno evidente e serrata. Finalmente il mercante gettava, come se la sputasse, la cifra del prezzo; e se era troppo lontana dalle pretese del venditore, assisteva impassibile al gesto di costui che rimetteva ne l sacchetto la sua merce, e se la nascondeva sotto l’ampio cappotto, senza una parola. Ma il tempo stringeva; occorreva far delle compere, una pezza di stoffa per la figlia maggiore che attendeva trepidante dietro di lui, un paio di scarpe, un paiolo nuovo.(.....)
Perché la fiera e’ fatta per vendere e comprare, ma il contadino non ci va coi denari in tasca, per antica tradizione ci andava sempre con il suo sacchetto di zafferano. Da quel sacchetto tenuto in custodia dalla moglie nell’ armadio dove aveva profumato la biancheria dovevano uscire le compere della stagione, la dote per la figlia da maritare, i brelocchi, gli orecchini e le altre vistose orerie, e il nuovo maialetto da allevare per l’annata. Pian piano dopo cautissime trattative, ripulse e giuramenti, il sacchetto andava ad ingrossare il sacco del mercante di zafferano. Costui, finalmente dando aria al portafoglio a organetto, contava nelle mani del contadino i morbidi biglietti da cento,sbucciava come fossero cipolle i rotolini di lire d’argento e facendosele scivolare sui polpastrelli ne riempiva quelle mani asciutte e callose, tese anch’esse nell’attenzione del conto. Se gli affari andavano bene, stavano allegri anche i castagnari e i cantinieri; che dico?, stavano contenti anche i signori che per quel giorno avevano aperte le loro antiche cantine e calcolavano di vuotare più di una botte di vino cotto. (.....).
Intanto i mercanti di zafferano salivano sulla loro ”bichetta”, tirata da svelti cavalli di bel pelo, smaniosi di mettersi al trotto; gli agili giarretti, le groppe lucenti, le teste aitanti ed estrose facevano la meraviglia dei contadini. Possedere un cavallo così sarebbe stata la ricchezza. E invidiavano ancora una volta quei nemici che erano stati così sofistici sul peso e sul prezzo, e ora se ne andavano con un bel sacco di zafferano legato sullo schienale, frutto delle fatiche di un anno. Perché lo zafferano e’ una pianta che richiede cure infinite, va allevata come un bambino: vuole un terreno leggero come la seta, lavorato più di un orto, non si finisce mai di stargli attorno. Poi te lo portano via per qualche foglio da cento, e nelle mense dei signori lo pagano un occhio...”
da ”L’avellano”
di Giovanni Titta Rosa
scrittore e poeta di S. Maria del ponte


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MessaggioTitolo: Re: La Raccolta dello zafferano   La Raccolta dello zafferano EmptyLun Dic 03, 2007 9:35 am

la seffrana per l'appunto...


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MessaggioTitolo: Re: La Raccolta dello zafferano   La Raccolta dello zafferano EmptyLun Dic 03, 2007 9:35 am

Verso la metà del XVI secolo il commercio della preziosa spezia dello zafferano raggiungeva i ricchi mercati di Norimberga, di Augusta, di Ulma e di Nebbinger.
Nonostante gli alti profitti dei produttori locali che venivano pagati in contanti e in anticipo, i mercanti tedeschi erano esasperati dalle adulterazioni più impensabili come gli sciroppi caramellati, avena abbrustolita e pesta, fibre di carne affumicata e in particolare le "indovinelle" (i tre stami gialli della corona del fiore) infilati dentro le matasse dei rossi stimmi seccati di zafferano, per avere più peso e più guadagni.
Pertanto nel 1569 furono banditi dal Regio Doganiere i "Capitoli della zaffrana";
”Itm che non se debiano poner misture nelle zaffrane come i indovinelle sfiorate separatamente dalle zaffrane, carcducci, carne, piompo arso, arena, zuccaro, mele, vino o altra qualsivoglia mistura e falsità, per la quale viene ad argumentar il peso,et deteriorar et falsificar le zaffrane ma che s’abbia a vender netta come di sopra, sotto la pena de cinque anni de relegatione essendo nobile et essendo ignobile de cinque anni de galera et ancho de perder la zaffrane et farla abbrusciare nela piaza publica della città dell’aquila, et essendo done o figlioli dela frusta”.


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MessaggioTitolo: Re: La Raccolta dello zafferano   La Raccolta dello zafferano EmptyLun Dic 03, 2007 9:36 am

Nu specchie mpelverate delli jorne d'ogge....


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